martedì 20 marzo 2012

da Douz in giù...

da Douz in poi inizia il deserto vero, il grande Erg orientale, quello che la nostra immaginazione definisce come un ammasso di nulla fatto di dune di sabbia e vento.
Da lì in poi ci aspetterà Stefano, la nostra guida per i giorni nel sud tunisino.
Un italiano che ha abbandonato la "civiltà" e l'insegnamento per dedicarsi a chi vuole imparare a vivere la calma e la solitudine del deserto.

Prendo in prestito dal suo profilo facebook alcune foto per condividerle in questo spazio




venerdì 16 marzo 2012

la nostra Man in edicola...

Da due giorni in edicola il nuovo numero di Special Cafè che ci ha fatto un bel regalo, è uscito infatti l'articolo sul nostro viaggio sull'Isola di Man, dell'anno scorso.
Un bell'incoraggiamento in previsione della partenza ormai imminente e del panico che ci agita, alcune moto sono ancora lontane dal definirsi "pronte a partire" ed una spedizione importante (i filtri aria specifici) sono bloccati in dogana.
Nonostante questo siamo fiduciosi ed ottimisti, d'altra parte non ci saremmo imbarcati in questa avventura africana se non lo fossimo.
Buona lettura...

Gianni

giovedì 15 marzo 2012

La (musica) RAI... di tutto, di più!!!

La musica rai (meglio definirla pop-rai comunque, per distinguerla da quella tradizionale precedente) si e' sviluppata nei dintorni di Orano, nell' Algeria occidentale; e forse non e' un caso, visto che proprio qui esisteva, oltre ad uno straordinario incrocio di influenze beduine, marocchine, spagnole, francesi e nord-africane, la giusta "atmosfera" di night-clubs che favorirono uno stile libertino di cui il pop-rai fu espressione.La nascita del pop-rai coincide circa con la rivoluzione punk in Europa (seconda meta' degli anni '70) ma le tematiche forse erano piu' vicine all' esplosione del rock'n roll negli USA negli anni '50: sesso, automobili, droga (alcol nello specifico, poiché rappresenta già una notevole trasgressione rispetto ai dettami del Corano), temi censurati duramente sia dalle gerarchie islamiche che dal governo socialista.Paradossalmente la spinta decisiva venne dai tanti giovani emigrati in Europa, in primis Parigi, Lione, Marsiglia che promossero la loro musica al di fuori della loro comunita' fino a raggiungere Francoforte, Milano e perfino Tokyo e Rio! La parola "rai" significa "opinione" e viene utilzzata spesso come refrain, quasi a voler incitare una risposta del pubblico, ma la musica algerina ha un passato ben piu' intricato; negli anni '20/'30 potevamo riconscere 2 correnti principali: la prima, rappresentata dagli uomini (Chiekh), si basava su vecchie poetiche ballate beduine, mentre la seconda, di cui erano le donne (Cheikha) protagoniste era la colonna sonora dei caffe' ante-guerra; e' da queste licenziose canzoni che possiamo far risalire l' origine del Rai moderno.Quest'ultimo si caratterizza per l'introduzione dei fiati, il basso e la chitarra elettrica (con ispirazioni twist e rock), strumenti che avrebbero sostituito nel corso degli anni i tradizionali violini, flauti, liuti e percussioni. A partire dalla metà degli anni 80 uscirono le prime grandi stars del pop-rai, a partire dal grandissimo Cheb Khaled (una sorta di Elvis del Rai) e Tachid Taha, che ha reinterpretato un meraviglioso brano del Rai tradizionale. Guardatelo e ascoltatelo:

Sapore di sale...

lunedì 12 marzo 2012

dr. Gonzo LAB strikes again!

Non ho resistito alla tentazione di sverniciare e spazzolare il serbatoio. E' da tanto che ci penso! E l'occasione del viaggio nel deserto era davvero irripetibile. Proverò a realizzare un mio vecchio pallino, poi se viene a cazzo di cane sfrullino tutto e ricomincio. La mia musa ispiratrice è la Triumph Trophy TR5 del 1973, che aveva un serbatoio meraviglioso:
Io ho cominciato, molto modestamente, dalla rozza sverniciatura coatta del serba originale:
Si comincia con una applicazione abbondante su tutte le superfici a vista (il sotto, sinceramente, lo lascio così com'è)
è bastato attendere qualche ora per vedere i primi effetti dello sverniciatore:
a questo punto ci si arma di raschietto, calendario e tanto olio di gominto:
Dopo aver rimosso tutti i residui di vernice (ed è stata davvero dura, specialmente sul bordo inferiore piatto del serba) ho carteggiato, bagnando opportunamente con wd-40 e utilizzando carta 400, poi 600, poi 1200. Il risultato finale non è esattamente il lucido a specchio (credo difficile da ottenere con il ferro), ma dovrebbe andare bene con l'idea che mi frulla per la testa.
Dopo aver portato il serba a ferro, sono andato da un amico carrozziere per far passare 2-3 mani di trasparente (operazione da fare in tempi rapidi, onde evitare problemi di ruggine) e poi mi sono occupato della realizzazione della decorazione gialla. Stay tuned... Daniele

dr. Gonzo LAB (part. 6 e successive)

Scusate tutti, ma ho un pò trascurato il Blog. In questi ultimi 2 mesi la mia moto ha subito molte trasformazioni e ora è quasi arrivata alla sua forma finale. Vi faccio un rapido aggiornamento delle ultime peripezie spippolatorie. I fianchetti: mi sono procurato un foglio di alluminio 12/10 di spessore per realizzare dei pratici e rozzi fianchetti. Ho fatto un bel pò di provini con il cartone prima di giungere a una forma abbastanza soddisfacente
Dopodiché ho riportato sul foglio di alluminio il disegno dei due fianchetti:
Ho dovuto fare qualche ritocchino con la forbice da lattoniere e lima. Poi mi sono dato da fare con il martello per ribattere i lembi un pò ondulati e per ribadire le piegature a 90°. Infine ho fatto i fori e limato un pò le parti a contatto con il telaio. Il risultato, per ora, è questo:
... segue ... Daniele

domenica 11 marzo 2012

Il deserto è...

Il deserto è una distesa di sabbia bruciata dal sole e tormentata dal vento. E’ un mare di onde dorate che si increspano all’infinito, oltre l’orizzonte, fino a dissolversi nell’aria tremula che ne riproduce il ritmo. E’ un’infinita varietà di colori, soggiogati da una luce instancabile, mai uguale a se stessa: tanto generosa di riflessi quanto avida di ombre, maestra di gradazioni e sfumature. Il deserto è la morsa del ghiaccio che rattrappisce un cuore ormai privo di impulsi. Il deserto è l’immersione nell’ignoto, il naufragio nell’immenso, l’estatico oblio delle certezze e l’inebriante annichilimento delle incertezze. E’ la calma dell’incedere senza tempo, verso un dove senza confini. Il deserto è la solitudine di un’anima tormentata che non vorrebbe arrendersi all’impero dell’aridità. E’ la forza di una passione irrefrenabile che non conosce ostacoli: un fuoco inestinguibile, un ardore imperituro. Il deserto è la nobiltà di un uomo il cui respiro si confonde con l’alito che modella le dune, il cui cammino segue tracce ancestrali fatte di voci, di canti, di narrazioni, i cui occhi incorniciati da drappeggi d’indaco si abbassano soltanto quando da oriente giunge il richiamo alla preghiera. Il deserto è un sinuoso felino dal manto fulgido: elegante, sensuale, ammaliante, feroce, brutale. Il deserto è l’illusione che esista qualcosa di deserto: un luogo deputato al nulla dove ogni forma di vita assume connotati leggendari; un silenzio assoluto dove lo sciabordio del sangue nelle vene diventa assordante; uno spazio sconfinato dove si assume la dimensione di un granello di sabbia e si diventa parte del tutto.


Valentina Gualandi

giovedì 8 marzo 2012

Non è il mezzo che fa l'avventura, ma il cuore

Questo viaggio in Cbr nel Sahara è stato uno dei primi che ho incrociato quando abbiamo iniziato ad organizzare il nostro viaggio.
Incredibile vedere come un mezzo assolutamente non indicato per questo tipo di viaggio riesca a smuovere la voglia di partire e sappia probabilmente regalare più emozioni di un mezzo superpreparato.
Il percorso somiglia molto a quello che faremo anche noi, attraversare il Chott el Jerid, l'arrivo a Douz e le dune per arrivare a Ksar Ghilane... buon viaggio, uomo.

Gianni

lunedì 5 marzo 2012

ancora un mese...

Ancora un mese, trenta giorni e saremo festanti come bambini davanti al luna park, in un traghetto sgangherato pieno di ragazzi che si accampano dove capita.
A quest'ora avremo già guardato mille volte la cartina, le tracce impalpabili che segnano il tragitto, avremo riso delle nostre disavventure nella preparazione delle moto, avremo già messo in crisi l'uomo dietro al bancone del bar.
Nel frattempo però siamo presi da mille cose: le moto che ancora non vedono la luce ed il tempo che stringe.
Manca davvero poco a questa piccola bellissima avventura e noi non siamo ancora pronti per nulla, stiamo correndo contro il tempo per non farci cogliere impreparati. Le spedizioni che non arrivano, il maltempo che ha bloccato l'Italia proprio nel momento in cui ci serviva di più ed un paio di complicazioni meccaniche hanno fatto il resto. Ma stiamo galoppando, di giorno in giorno vediamo qualche risultato concretizzarsi e le tante, tantissime, questioni aperte si vanno chiudendo.
Sappiamo cosa ci aspetta o almeno lo immaginiamo, sappiamo che il primo giorno bisognerà trottare a lungo per raggiungere il sud e sappiamo anche che dal secondo giorno in poi vedremo scenari che non dimenticheremo.
Certo, ci sarà da stare attenti, qualche focolaio di guerriglia c'è ancora nella zona dei fostati (proprio dove dovremmo trascorrere la nostra prima notte in sacco a pelo) e ci sarà da reggere delle moto da 200 kg sulle braccia per parecchia strada ma siamo fiduciosi.
Sappiamo di poter contare su un appoggio, una volta arrivati alle porte del Sahara, e di poter partire accompagnati da un fuoristrada ed un gps per non perderci tra le dune.
Immaginiamo che il cielo stellato visto dal deserto siano uno spettacolo indescrivibile, ma aspettiamo ancora un mese per potercele gustare.


Gianni