A un certo punto ci si ritrova invischiati nella routine.
Tanti piccoli criceti che girano senza sosta nella propria ruota convinti che tutto si fermi lì. Oppure, peggio, convinti che in fondo alla ruota ci sia quello che cerchiamo.
Fermarsi a volte può fare vedere tutto da un'altra prospettiva... anche se la parola "fermarsi" vuol dire farle assumere significati opposti come partire, muoversi, viaggiare.
Tornati dall' isola di Man a giugno, dopo alcuni giorni meravigliosi passati in sella alle nostre bicilindriche, è nata spontanea la voglia di ripartire, di pianificare ancora qualcosa che susciti emozioni e che ci permetta di sentire ancora sulla pelle la voglia di fuggire e di scoprire.
Sarà "impazienza" probabilmente, "noia" direbbe uno di quelli che ha sempre pochi dubbi, più semplicemente "vita" direi io se non sembrasse così altisonante.
Spingere l'asticella un po' più in là per vedere fino a quale punto ci possa portare l'incoscienza, che strade possa farci prendere la voglia di viaggiare, costruire un percorso tutto nostro per assaporare il gusto di fare qualcosa da ricordare.
Sarà "impazienza" probabilmente, "noia" direbbe uno di quelli che ha sempre pochi dubbi, più semplicemente "vita" direi io se non sembrasse così altisonante.
Spingere l'asticella un po' più in là per vedere fino a quale punto ci possa portare l'incoscienza, che strade possa farci prendere la voglia di viaggiare, costruire un percorso tutto nostro per assaporare il gusto di fare qualcosa da ricordare.
Sicuramente c'è qualcosa di tutto questo se ora, a distanza di un anno esatto da quando è partito il blog e il progetto del viaggio precedente, siamo di nuovo qui pronti a prendere schiaffi sul casco in sella alle nostre motociclette inglesi.
Un nuovo viaggio, dopo Man, per provare sensazioni simili e completamente opposte: assaggiare il sapore dei granelli di sabbia che pungono il viso e respirare la polvere di una terra magica: l'Africa.
Non un viaggio all inclusive, neanche un pacchetto pronto-deserto destinato alle moto da dentista che pullulano le nostre città, ma un'esperienza tutta nostra, che ci faccia portare le stesse cavalcature dalle strade tortuose delle road race nord europee alle piste di sabbia del deserto del grande Erg orientale.
Come dice la frase del poeta tunisino Malek Haddad che campeggia sul blog, nel deserto non si va mai per la prima volta e non si lascia mai per sempre... è un luogo dell'anima ed è arrivato il momento di andarlo a cercare.
L'Africa ci aspetta, ormai il dado è tratto.
Gianni
2 commenti:
Bella zioooooooooooooo !
Moto quasi pronte....
Grande !!
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